domenica 7 agosto 2011

Agota

«Non scrivo più, sono molto malata. Non è stata una decisione consapevole, è successo e basta. Semplicemente non me la sento, non ho più l’energia necessaria. Però ci sono ancora tanti temi che mi interessano, e su uno di questi ho cominciato a scrivere due anni fa. Ho tutto il libro in testa, praticamente è finito. È molto facile mettere sulla carta quello che ho immaginato. Così ho buttato giù un paio di pagine, ma mi sembrava di ripetere cose che avevo già scritto. Ho ricominciato, poi ho scritto il finale, diverse volte, alla fine ho lasciato perdere».
Agota Kristof (30 ottobre 1935 – 27 luglio 2011)


Sapessi quante volte, Agota. Sempre, da diverso tempo a questa parte. Ma come vedi fa lo stesso, io scrivo anche se tu non ci sei più, scrivo perché ci sei stata e hai scritto. I tuoi libri mi proteggono, lo faranno fino alla fine; li raccomando alle persone più care eppure vorrei sottrarli al mondo, divorarli e cancellarne ogni traccia – che restasse soltanto nei miei prossimi lavori, che morisse con me. Che bello se ci fosse stato bisogno di prendere un treno e poi un altro ancora e poi ancora un altro per venirti a cercare, trovarti, abbracciarti e dirti delle cose. Invece era già tutto qui.

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