domenica 29 maggio 2011

Dal nostro inviato al Giro, 2: Ulissi, Nibali, Kiriyenka, Riccò

«La fiondata di Ulissi è arrivata prima del previsto ed è stato forse il mio bicchiere migliore, in questo Giro. La sua condotta nella tappa che ha vinto, e sul Sestriere, la sua prestazione generale nella prima vera corsa a tappe da professionista – i suoi occhi, dicono chiaramente che la vita da gregario gli andrà stretta molto presto. Ha qualcosa, lo capisci al volo. E ad aspettarlo rischi di far tardi».


«Lo Squalo ha retto, si è gestito, ha combattuto nella testa e nelle gambe, ci ha provato, ha capito, ha fatto i conti con la verità senza prenderla a cazzotti, perché tanto sarebbe come schiaffeggiare il vento. È adeguato e vincente e probabilmente lo sarebbe molto di più in un’epoca normale – come altri lo sarebbero stati in quella del Cannibale se non ci fosse stato il Cannibale. Quando attacca in discesa mi fa impazzire – come l’amore che torna sui luoghi che ti hanno conquistato e rinverdisce il senso; ma è un amore destinato al tradimento se ha bisogno dei numeri per trascinarti via, mentre l’amore ideale è quello che ti rapisce per indole, nell’essenza, quando di tutte le altre già ti accorgi più».


«Invece, tipo, dell’azione di Kiryienka mi sono accorto eccome; e da buon inviato sedentario ho ringraziato il televisore e tutte le diavolerie che permettono di recapitarmi in casa certe meravigliose sequenze: lo stesso presunto progresso che solitamente avverso».


«Il Post Scriptum del post, certo: voci sempre più insistenti danno il Cobra a un passo dal nuovo ingaggio e quindi al rientro per i primi di giugno, già pronto ad azzannare il Campionato Italiano. Fosse vero».

mercoledì 18 maggio 2011

Dal nostro inviato al Giro, 1: Nibali, Riccò, Ulissi


«Continuo tifando Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto: l’ho scelto un po’ di tempo prima che esplodesse e difficilmente mi schioderò dal sostenerlo. E poi mi piace come sta sulla bicicletta, come la guida. Però mi pare troppo pragmatico, troppo razionale, troppo simile a me per potermi rapire del tutto – spesso nei nostri eroi cerchiamo anche quello che non potremmo essere mai. Spero che nei prossimi giorni uno scorcio di discesa apra improvvisamente nella sua testa un varco di libertà assoluta».


«Mi mancano irrimediabilmente i morsi velenosi del Cobra di Formigine, Riccardo Riccò. Sabato scorso, sull’Etna, durante quella meravigliosa azione di Alberto Contador (un atleta stratosferico), me lo vedevo sbucare dal gruppo ad azzannargli i polpacci – rattristargli il ghigno. Verosimilmente se la sarebbero giocata sul filo, e così avrebbero fatto altre volte nei prossimi giorni, sulle montagne future. Anche se poi, magari, il Giro lo avrebbe vinto comunque il Pistolero». 


 «Per il prossimo anno mi aspetto anche Diego Ulissi. Anche se tifa Ju*entus».